Agugliana
Antica frazione di Montebello, storicamente boschiva ed incolta. Tra le varie congetture sull’origine del nome, forse deriva da Lacus Dianae, un laghetto formatosi in quell’avvallamento quasi circolare conosciuto come Campagnola e che, prosciugatosi, oggi è un terreno fertilissimo. O forse da Aguglia o Aquila, denominazione che in seguito si trasformò in Aquilaria e quindi Agugliana. Comunque sia, da quassù si ammira uno dei più suggestivi e sconosciuti belvedere della provincia.

di Luigi Bedin
25 agosto 1315. Il vescovo di Vicenza, Sperandio, conferma a Maltraverso da Castelnuovo (PD), ad Albertino suo fratello, a Nicolò del fu Guidone loro nipote le decime sui centri e le terre bonificate seguenti: Montecchia, Brognoligo ossia Foscarini, Montagna di Brentone, Costalberto, Lamarolo, Costalunga, Meglana, Terrossa, Acqua trasversa inferiore fino alle Spesse di Montebello e Monteforte, Monte Tremenalti, Sanegi, Vaccaro chiamata Affittato e contrà del Lago, tutti centri in diocesi vicentina.
La contrà del Lago è la nostra Agugliana.
24 dicembre 1321. Il vescovo di Vicenza, Francesco, ha nominato nella chiesa di San Nicolò di “Acquilana” prete Giacomo, che rifiuta in questo giorno il beneficio.
Così agli inizi del Trecento appare l’Agugliana con il suo lago e con la sua chiesa.
28 settembre 1389. Con la conquista di Vicenza da parte dei Visconti di Milano, per commemorare la vittoria, si indice la processione del Santissimo. Tutte le chiese della diocesi devono offrire un contributo in cera. Montebello e Agugliana offrono un “doppiere” di due libre e mezza. Le due chiese sono ancora unite, mentre quella di Zermeghedo si è già staccata da Montebello e fa la sua offerta separata.
1410. Viene nominato il rettore di Zermeghedo ed Agugliana. A tale data le due chiese sono unite.
4 agosto 1442. Alvise dal Verme è dichiarato traditore da Venezia. La “gastaldia” di Montebello, che la famiglia gestiva come dono degli Scaligeri e Visconti, è venduta in parte agli Scarioto di Faenza. Per matrimonio con i Malaspina di Verona i beni passano a questi ultimi: di più campi 30 montivi, arrativi i quali giaciono nella pertinenza di Montebello in Contrà della Agugliano, overo del Maso, alli quali confinano a sera messer Pellegrin Giorio, come anco al monte, e altre persone.
Altri campi 30 boschivi, e valivi nelle stesse pertinenze, e Contrà trà li suoi confini. Una casa con teza, ove habita l’affittuale murata, coperta di paglia, con orto, ara, e forno nelle medesime pertinenze, e contrà. Una decima, che si scuode nelle contrade della Selva… Una Saltaria, e quartese nelle sudetta pertinenza in contrà della Selva, e Agugliana.
Il 7 ottobre 1520 vede gli abitanti della Selva, con quelli dell’Agugliana, chiedere al vescovo di Vicenza Nicolò Ridolfi l’autonomia della chiesa di San Nicolò dell’Agugliana da quella di San Michele di Zermeghedo. Ciò è ottenuto e così San Nicolò diventa parrocchiale e incominciano la visite pastorali.
7 settembre 1540. Prima visita ed, essendo impegnati sia il vescovo Nicolò Ridolfi che il suo vicario Roberto de’ Monti, vi si reca prete Angelo da Posina. Sottolineato che la collatio di S. Nicolò spetta al vescovo di Vicenza e che era di poco valore, si conferma la presenza del rettore Giorgio Teutonico (tedesco). Fu visitato il S.S. conservato in un vaso di legno, pulito e posto nel sacrario chiuso a chiave. Anche gli altri sacramenti erano conservati nei loro vasi, ben custoditi. C’era il fonte battesimale chiuso e ben custodito, un calice di rame con coppa d’argento, una patena d’argento, due paramenti lacerati e vecchi.
La chiesa abbisognava di riparazione al tetto soprattutto presso l’altare del corpo di Cristo. Il sacerdote non possedeva la cotta; il cimitero non aveva bisogno di riparazioni. Fu vista anche la canonica posta sotto un olivo. Il prete Giorgio dovette convincere gli uomini ad eseguire quanto imposto, nei giorni futuri. Non è detto cosa, ma si può intuire che si trattasse di eseguire i lavori necessari alla chiesa e dell’acquisto dei paramenti.
Anche ad Agugliana la povertà è evidente. Da notare anche che il visitatore è un sacerdote da Posina (ambiente cimbro), che il sacerdote dell’Agugliana è un Tedesco e che anche a Zermeghedo, nel 1482, c’era un arciprete germanico, Simone Haaneman. Probabilmente questi due paesi portavano una qualche cultura cimbra che forse ancora influenzava la lingua. Infatti in questi ambienti in genere si mandavano sacerdoti tedeschi in grado di predicare alla popolazione nel suo dialetto. Beneficiato in questa chiesa di S. Nicolò nel 1540 è presbitero Giorgio da Trento e ad Agugliana c’è una contrada “de li Todisci (Tedeschi).”
1598. I Trissino chiedono di incanalare le acque del Rio della Selva il cui livello è salito per l’inizio del prosciugamento del lago dell’Agugliana, dovuto ad una scossa di terremoto.
16 settembre 1708. Altra visita pastorale, ora del vescovo Sebastiano Venier. Rettore è Giuseppe Antonio Gennari. In chiesa ci sono tre altari di marmo dedicati a San Nicolò, il maggiore, con confraternita del S.S. il cui massaro è Giovanni Covolato; al S. Rosario con confraternita il cui massaro è Giovanni Pieriboni; a San Valentino. Ci sono i confessionali, il fonte battesimale, il campanile con due campanelle, posto davanti alla chiesa, il cimitero che abbisogna di riparazione. La ricorrenza della consacrazione della chiesa cade il 14 settembre.
Il beneficio della chiesa è di cento ducati; le anime da comunione sono 220, in tutto 300. Le case dipendenti da Zermeghedo sono19 e 45 quelle dipendenti da Montebello, quindi prevalentemente in territorio della Selva. Tale preponderanza porterà lentamente la Selva a cercare la sua autonomia che si realizzerà nell’Ottocento con la realizzazione della propria chiesa.