Selva di Montebello

Selva di  Montebello

Comites Montisbelli et Silvarum” così la famiglia Maltraversi è nominata in un documento del 1080. Ed invero, lo dice il  nome stesso, il paesino di Selva fu così chiamato per le fitte boscaglie che in passato ricoprivano le sue colline.  Oggi queste boscaglie non esistono praticamente più e dominano sui pendii viti ed olivi che rendono ancor più spettacolare la Conca d’Oro,  l’anfiteatro naturale al cui centro sorge il paese.

Il termine “Silva” designa una zona boscosa. Che il luogo fosse abitato e pure coltivato appare già da un documento datato 1197, 28 novembre, dove si legge che per debiti Traversino da Carturo cede la sesta parte dei beni che possiede in “Silva et frata Montisbelli…” Bosco e terra scoscesa è definito il luogo e “Silveselle” la parte di prima pianura; terre comprese nella Curia (dominio) dei conti Maltraverso.

L’antico piccolo centro, posto tra Agugliana e Montebello, non avendo chiesa, usufruiva a scelta dei servizi delle chiese dei due centri limitrofi. Lo dimostrano le richieste di sepoltura di Dorotea Villan che sceglie il cimitero di San Nicolò di Agugliana, e così Bernardo Maule, Elisabetta Guglielmi, Bartolomeo Pra’…; mentre Matteo Pietricani sceglie il cimitero della chiesa di S. Maria di Montebello, come Ambrosio del Conte, merzaro (merciaio) della Selva, come Andrea Bicelato… Da altri documenti del ’500 appare un piccolo centro attivo, con le sue contrade “de la Selva, del Molin, del Monteselo, del Monte del Ferraro, delle Canelle, de la Pria del Becho, del Salbego, de la Guarda, del Rio morto, dei Salgarelli…”, con le sue famiglie “Palmieri, Maule, Villan, Bizelato, Guglielmi, dal Pra’, Cenzati, Marzochin, Girardini, Castegnaro…” e con il suo mulino a coppello tipico dei corsi d’acqua collinari.

Il 7 ottobre 1520 vede gli abitanti della Selva, con quelli dell’Agugliana, chiedere al vescovo di Vicenza Nicolò Ridolfi l’autonomia della chiesa di San Nicolò dell’Agugliana da quella di San Michele di Zermeghedo. Ciò fu ottenuto e così San Nicolò divenne parrocchiale, ma i prevosti di Montebello non mancarono di ricordare l’obbligo che avevano i Rettori di Agugliana e Zermeghedo di venire in persona a prendere gli oli santi, il Sabato Santo, nella chiesa di S. Maria di Montebello, ribadendo così l’antica dipendenza delle due chiese predette da quella di Montebello, alla quale pagavano ancora il quartese.

In base alla richiesta del 1520 saranno gli abitanti di Selva ed Agugliana ad eleggere i Rettori di San Nicolò. Così è anche per il 1730 quando, il 17 aprile, si riunì l’Università (la popolazione) delle due Contrà, che contavano cinquantacinque famiglie, per eleggere il nuovo Rettore Giacomo Lorenzi che subentrava al defunto Mattio Lorenzi. Lentamente, sia per la difficoltà degli spostamenti, sia per lo sviluppo della popolazione, gli abitanti della Selva si risolsero per l’autonomia religiosa che si concretizzò nel 1868 con la posa della prima pietra della futura loro nuova chiesa.